Il web è diventato una discarica. Una montagna di spam, pop-up cancerogeni, fake news costruite solo per generare click, e pagine piene di tracker che ti analizzano come un ratto da laboratorio. Noi di pcmegagames.com abbiamo deciso di non contribuire a questo scempio.
Google AdSense ci ha detto che il nostro sito ha “contenuto scarso”? No, è il loro modello di business che è scarso.
Quando un sistema come quello di Google ti giudica “poco rilevante” solo perché non hai tonnellate di pubblicità invasive, banner lampeggianti e articoli scritti da AI solo per ingannare gli algoritmi, allora è chiaro: il problema non è il tuo sito, ma il loro modo malato di valutare i contenuti.
A loro non interessa la qualità. A loro interessa solo quanto riesci a ingozzare i visitatori di annunci, quanto riesci a venderli alle multinazionali del tracking, quanto riesci a trasformare il tuo spazio in un mercato di click disperati.
Il web è diventato un centro commerciale, e noi non ci stiamo

Siti come il nostro, e altri che rifiutano questa logica malata (come Neocities, The Old Net, o progetti come Solid di Tim Berners-Lee, il padre del web che oggi combatte per decentralizzarlo), dimostrano che si può fare informazione, intrattenimento o condivisione senza trasformare gli utenti in prodotti.
- Niente pop-up osceni che ti bloccano l’articolo dopo 3 secondi.
- Niente redirect a caso verso pagine piene di malware.
- Niente articoli scritti da bot solo per riempire spazio e attirare annunci.
Noi preferiamo zero click ma lettori veri, piuttosto che migliaia di visitatori costretti a subire questa merdata.
Contro i giganti del web: il capitalismo della distrazione

Google, Amazon, Facebook (o “Meta”, che ridere) e compagnia cantante hanno distrutto l’esperienza online. Come ha denunciato The Guardian in un articolo sui danni del surveillance capitalism, il web è ormai un sistema progettato per estrarre dati, non per condividere conoscenza.
Persino la BBC ha documentato come la pubblicità online stia uccidendo la libertà di informazione, finanziando siti tossici e disinformazione. E The New York Times ha dimostrato come i tracker invadano la privacy in modi allucinanti.
Ma invece di cambiare rotta, i paperoni del tech continuano a peggiorare le cose:
- Elon Musk che trasforma Twitter (X) in un playground per troll e pubblicità occulte.
- Mark Zuckerberg che spende miliardi nel Metaverso mentre Facebook diventa una fabbrica di polarizzazione.
- Google che seppellisce i siti indipendenti sotto tonnellate di SEO-spam.
Cosa puoi fare tu?
- Supporta i siti indipendenti che rifiutano questo modello.
- Blocca la pubblicità invasiva (uBlock Origin è tuo amico).
- Condividi ciò che ha valore, non ciò che fa solo rumore.
Il web era nato per essere libero, non per essere una fogna aziendale. Noi continueremo a resistere.
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Videogiochi senza padroni: parliamo (e bestemmiamo) in libertà
A differenza di certi “influencer” che si leccano le labbra per due spicci e un codice sconto, noi possiamo dirvi se un gioco fa schifo senza dover ringraziare “il nostro sponsor”. Perché qui nessun publisher ci piazza in bocca le frasi da recitare, nessun brand ci obbliga a trasformare le recensioni in spot nascosti. Se un titolo è un’escoriazione capitalistica (e ultimamente sono il 90%), lo scriviamo. Se un’azienda tratta i giocatori come bancomat con le gambe (Activision, EA, prendete appunti), lo denunciamo. Senza filtri, senza piagnistei da venduti.
E no, non siamo “contro i developer”: siamo contro chi ha trasformato i videogiochi in un McDonald’s del gaming, dove tutto è hype, microtransazioni e promesse vuote. Il nostro unico sponsor? La vostra intelligenza.
PS: Sì, lo sappiamo. Anche noi abbiamo le etichette di “Facebook” e “Twitter” in fondo al sito.**
Ma se ci cliccate, scoprite che vi portano su Mastodon e Bluesky – perché anche il gesto più piccolo può essere una presa in giro al sistema.
Il web era dei cittadini. Riprendiamocelo.